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Da un po’ di tempo Pinellina Topinampur faticava a vedere quello che la maestra Antoponella scriveva o disegnava alla lavagna. Aveva disegnato coi gessetti una casetta oppure una matita?  Aveva scritto “il papà uscì” oppure “il babà uscì?”  Più Pinellina guardava la lavagna, più doveva strizzare gli occhietti. Spesso, doveva chiedere aiuto a Topanna, la sua compagna di banco «Cosa c’è sulla lavagna? Non capisco…».   Un giorno però la maestra Antoponella se ne accorse e suggerì ai signori Topinampur di portare la loro topina dall’oculista, che è il medico che si prende cura degli occhi e della vista.  Così, qualche giorno dopo Pinellina, accompagnata da papà Pinello, si ritrovò nello studio del dottor Talpocchio, che dopo aver controllato per bene i suoi occhietti esclamò: «Pinellina, hai bisogno di un paio di occhiali da vista!».   Pinellina rabbrividì dalla cima delle orecchie fino alla punta della codina. Gli occhiali? Mai e poi mai!   Uscì dallo studio del dottor Talpocchio imbronciata ma non disse nulla finché lei e papà non entrano nel negozio che vendeva gli occhiali e papà Pinello la incoraggiò a provare tutti quelli che voleva. Le avrebbe comprato la montatura che preferiva!  Allora, la topina scoppiò in singhiozzi: «Ma io non li voglio, gli occhiali!» squittì mentre papà Pinello cercava di asciugarle le lacrime.  «Topina mia, quando tanti anni fa il dottor Talpocchio mi disse che mi servivano gli occhiali anch’io non ne volevo sapere e mi son messo a piangere. Poi però mi sono abituato,» le spiegò papà Pinello, abbracciandola «e ora non saprei immaginarmi senza.»  Alla fine riuscì a convincere Pinellina a soffiarsi il nasino e insieme scelsero una bella montatura color lilla.   Ma quando gli occhiali furono pronti a Pinellina non andava proprio giù di doverli mettere ogni giorno. Ogni mattina infilava gli occhiali, si guardava allo specchio e una vocina acuta e cattivella dentro di lei cantilenava: «Quattrocchi, quattrocchi!»  Anche il suo compagno Topassandro la chiamava così, da quando l’aveva vista entrare in classe con gli occhiali nuovi, intimidita dalle occhiate dei compagni. A Pinellina non importava che le sue amiche e la maestra Antoponella le ripetessero ogni giorno che quei graziosi occhiali lilla le donavano moltissimo. Lei aveva orecchie solo per quella vocina nella sua testa e per Topassandro che ripetevano «Quattrocchi, quattrocchi!». Che fare?    Un giorno, appena sveglia, a Pinellina venne un’idea: decise di perdere gli occhiali. Li prese dal comodino e ops… li fece scivolare proprio sotto al letto.   «Mamma, papà, Pinellino!» annunciò cercando di mostrarsi preoccupata alla famiglia che stava facendo colazione «Non trovo più gli occhiali».   Mamma Pinella, papà e Pinellino li cercarono per tutta la casa: aprirono ogni cassetto, controllarono su ogni scaffale, guardarono perfino nel frigorifero e dentro ai vasi di fiori. Ma sotto il letto di Pinellina nessuno pensò di guardare e gli occhiali rimasero lì.   Che felicità per Pinellina andare a scuola senza gli occhiali che detestava! Stava attenta a non mostrarsi troppo contenta davanti a mamma e papà ma dentro di sé faceva le capriole per la contentezza. La sua gioia però durò poco. Entrando in classe Topassandro la accolse con un «Hai perso gli occhiali, Quattrocchi?» e quando la maestra Antoponella scriveva alla lavagna lei non distingueva la p di porta dalla t di torta. Quasi quasi, pensava Pinellina, era meglio avere gli occhiali. «E se si son rotti o non li trovo più?» si chiedeva col batticuore, aspettando l’ora di tornare a casa.   La topina, che si agitava nel banco di scuola, non sapeva che mamma e papà, alla fine, erano riusciti a trovare gli occhiali sotto al letto.   Pinellina, rientrando a casa, li trovò in camera sua, sul comodino. Senza dire nulla, se li sistemò sulla punta del nasino e andò in bagno per lavarsi le zampine prima di pranzo. Sorrise. Sì, con gli occhiali ci vedeva decisamente meglio! Lanciò un’occhiata allo specchio di fronte a lei: in effetti le stavano proprio benissimo! Pinellina sorrise al suo riflesso e da quel momento non sentì più la vocina che le cantilenava nella testa: «Quattrocchi, quattrocchi!».  Le prese in giro di Topassandro? Decise che non le importava. Lei si piaceva moltissimo con i suoi occhiali lilla!  Entrò in cucina dove la famiglia Topinampur si stava mettendo a tavola. Pinellino esclamò: «Evviva! Gli occhiali di Pinellina sono tornati».   Mamma Pinella e Papà Pinello, invece, non dissero nulla ma guardarono sorridendo la loro amata topina occhialuta.   Il resto della giornata trascorse tranquillamente, arrivò l’ora di cena e poi il momento di andare a nanna. Prima di coricarsi Pinellina si tolse gli occhiali lilla e li appoggiò con delicatezza sul comodino, attenta a non farli sporgere oltre al bordo.   Quando papà Pinello si avvicinò per darle il bacio della buonanotte sulla testolina, Pinellina sussurrò gioiosa: «Avevi ragione, papà Pinello. Mi sto abituando agli occhiali. Grazie a loro ci vedo bene e mi stanno anche benissimo!».   Così Pinellina scivolò dolcemente nel sonno, chiedendosi quali scoperte avrebbe fatto il giorno dopo in compagnia del suo paio di bellissimi occhiali lilla.    MORALE: Qualcosa che in un primo momento non sopportiamo può rivelarsi un aiuto prezioso. Proprio come gli occhiali di Pinellina: all’inizio lei li detestava ma poi ha scoperto che la aiutavano a vedere meglio… e che le stavano anche benissimo!     
Chi Detesta Gli Occhiali Da Vista?